1Era più di un anno fa, marzo 2007 per la precisione. Una chiamata un po' inattesa, oggetto: un colloquio di lavoro. Mollo l'università e corro all'indirizzo che mi era stato comunicato senza pensarci due volte. L'agenzia di pubblicità... Questo mondo sconosciuto che affascina così tanto noi sventurati universitari pronti a imbatterci nell'immenso della comunicazione... Anche se per primi dovremmo imparare a comunicare noi stessi forse... Ma non divaghiamo.
Bene, arrivo in quest'agenzia. Entro. Talmente tanto bianco che sembra di entrare in una nuvola. Tutto sempre più affascinante. E poi lui, il signor art director, di bianco vestiva. Pensai "Morgan Freeman in
'Una settimana da Dio'" o forse "un angelo custode". Non era nero e neppure aveva le ali, però... Un primo incontro, lui mi regala un suo libro con dedica: "
A Laura, piano piano...". Più che un colloquio di lavoro, una chiaccherata, tant'è che esco più confusa di prima. Che personaggio strano: mi offre il chinotto, mi chiede della mia vita, mi chiede se amo scrivere, gli parlo di me e che sottolineo il fatto che sto cercando uno stage. Ma tutto senza trarre una conclusione lavorativa.
Passa un po' di tempo... un secondo incontro. Un secondo libro, "
A Laura, con dolcezza". Scopro chi è la protagonista e poi scopro, leggendo il libro, che mi somiglia molto, così come mi era stato detto da lui. Segue una proposta azzardata: saresti in grado di parlare davanti a 100-200 studenti della tua ipotetica esperienza in agenzia? Io? Proprio io? Perchè io? Si fida di me? Perchè si fida di me? Non ho esperienza, non ne sono in grado, la mia autostima è un ramo secco calpestato dal vento in quel periodo, data anche la mia ultima delusione amorosa. No, non sono io la persona che sta cercando. E poi, la "pazzia". Alcune foto di modelle sulla sua scrivania e un mio desiderio espresso con l'innocenza sul volto "indossare un vestito da sera, un vestito firmato, sarebbe davvero il mio sogno"... Il mio corpo non ne ha mai assaporato l'emozione. Il desiderio di Cenerentola diventa realtà: il mio angelo mi invita a casa sua, bianca naturalmente, in ogni suo minimo particolare, mi offre acqua con le palline e provo un vestito dello zio Giorgio. Mi sta perfetto, quasi non mi riconosco guardandomi allo specchio. Lo ricordo come se fosse ieri quel giorno. Tutto così surreale e immaginifico. Ero una bambola in balia di un angelo che mi aggiustava il vestito con cura e dedizione. Solo per il gusto di farlo. Un messaggio memorizzato nella mia SIM per ricordare questa magica comparsa nella mia vita "C
redo tu sia forte, ma ti pensi debole. Noi siamo quello che la nostra mente pensa." E poi?
E poi un saluto e un arrivederci. A quando? A mai più, pensai. Un incontro fulmineo, di quelli che restano, anche se non si conosce bene il perchè. E poi la più grande sorpresa mai aspettata, un mesetto fa. Un sms che diceva più o meno così: "scorrevo la rubrica del telefono ed ti ho pensata. come stai?". "E come fa a ricordarsi di me?" Fu il mio primo pensiero. Dopo più di anno. Seguono una serie di sms e poi un "ci rivediamo". Why not? Fino ad arrivare a ieri sera.
La cosa più assurda è che conoscendomi, avrei dovuto essere agitata, magari un po' ansiosa di cosa potevo dirgli, di come potevo essere ai suoi occhi, di come dovevo comportarmi, di sue eventuali aspettative. E invece niente di tutto questo. Ero io, la vera Laura, naturale e a mio agio come non mai. Tutto come se la persona che andavo a incontrare da lì a poco la conoscessi da anni. Ed in effetti si... l'ho comunque conosciuta più di anno fa!
Location da sogno: Bulgari Hotel. Ecco, forse il mio unico pensiero in tutta la serata è stato: "sembrerò una bambina incantata da tutto questo splendore, forse un po' igenuotta, quando invece per lui tutto questo è routine, è quotidianità, ci viene tutti i giorni a pranzo...". Ma in effetti non m'importava molto, volevo godermi la serata attimo per attimo.
Ci sediamo. Tavola "minimalista": tovaglia beige, piatti marroni che accompagnavano il colore del chinotto, sorseggiato con delicatezza. Ero spontanea, ero me stessa, e questo mi piaceva un bel po'. Cena fantastica a base di pesce: tartare di tonno e branzino al forno. Tutto ottimo, come le parole dette a quel tavolo e imprigionate ora nella mia mente. Una
confidenza rilassata come poche volte sono riuscita ad esprimere. E poi delle caramelline gommose ad esprimere la sua dolcezza e il colore della serata, come ricordo.
Potrà sembrarvi esagerata, ma credo che certi incontri restano nel cuore. Non saprei spiegarvi bene il motivo, forse sarà la loquacità, la semplicità, la creatività, la bontà che lo contraddistingue, il trovare del tempo tra i suoi impegni lavorativi e personali anche per una semplice e umile persona come me. "Mi trovi cambiata, a distanza di un anno?" "Si, ti trovo più fiduciosa, più sicura di te stessa". Mai complimento fu più azzeccato. Risposta esatta signor angelo senza ali.
E poi un arrivederci, questa volta non a mai più, ma a presto. Un bacio in fronte per concludere, quasi a suggellare il fascino dell'incontro.