giovedì 18 dicembre 2008

NEW CITY, NEW JOB, NEW HOUSE…. NEW LIFE!

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Chiuso il capitolo “ragazze di campagna” decidiamo di ritornare alla civiltà: destinazione Brisbane, la terza città più grande dell’Australia dopo Sydney e Melbourne. Scendiamo dal pullman e carichiamo in spalla i nostri “compagni di viaggio”: first of all, cercare un tetto per dormire. Ovviamente la scelta cade sempre sull’ostello più economico, 156 $ a settimana non è per niente male! Speriamo sia almeno decente! Direi che la fortuna è stata dalla nostra: l’ostello è pulito, la grandezza della camera (anche se da dividere con altre sei ragazze) è accettabile, la cucina è abbastanza grande, ci sono tanti tavoli di legno per mangiare all’aperto e c’è pure una piscina! Prendiamo subito la navetta per andare a visitare il centro della città, che si rivela essere non molto grande e perciò molto comodo da girare a piedi.
Brisbane credo sia lo stereotipo di città dove potrei vivere tranquillamente: non è troppo caotica a livello di traffico, non è per niente cara, è servita molto bene dai mezzi, ha un clima ideale, ha uno stile moderno e vittoriano insieme e la gente sembra essere molto molto rilassata… Pensate un po’ che i negozi chiudono quasi tutti alle 17.30-18! Quasi come a Milano! L’unica pecca è che purtroppo non si affaccia sull’oceano… E anche se sono qua da solamente due settimane ne sento già la mancanza! La città è comunque divisa dal fiume che porta l’omonimo nome (Brisbane River), e la passeggiata lungo lo stesso è caratterizzata da giardini ben curati, spiagge artificiali e innumerevoli panchine dove poter ammirare gli immensi grattacieli che si affacciano sulla riva opposta del fiume. Di notte poi… E’ uno spettacolo senza fine, starei ore a fissare quella miriade di luci e lucette che si riflettono nell’acqua!
Dopo il dovuto city tour ritorniamo alla realtà e i giorni successivi sono dedicati alla ricerca di un lavoro: questa volta ci buttiamo nel settore “ristorazione” sperando di trovare un posto come cameriera. Ed in effetti non sembra così difficile (o magari è la fortuna del principiante): nonostante il mio inglese maccheronico sono riuscita ad ottenere due prove in due locali diversi, la prima la sera stessa in un ristornate italiano e la seconda in un caffè due giorni più tardi.
L’agitazione inizia a salire poche ore prima di iniziare… Non provavo quella sensazione dagli esami all’università o dal giorno della discussione della mia tesi! Che ansia! “E se non capisco??”… “E se i clienti mi fermano e mi ordinano qualcosa??”… “E se i camerieri sono stronzi con me e perdono la pazienza dopo due secondi??”… Ok Laura, segui il consiglio di tua sorella: sorridi sempre e mettiti il fondo schiena al posto della faccia… Andrà tutto alla grande! E come per magia… Prova superata!!! Il mio compito sostanzialmente è quello di “runner”, e cioè di portare le portate ai tavoli e sbaraccare gli stessi quando la gente ha finito di mangiare… Qualche difficoltà ad imparare i nomi dei piatti (per fortuna alcuni sono uguali a quelli italiani, solo il nome però!!!), ma per il resto diciamo che è filato tutto liscio!!! Purtroppo il boss mi dice che non potrà farmi lavorare tutti i giorni… Va bè, better than nothing!!!
La seconda prova è in un caffè. L’ambiente è decisamente più elegante e anche un po’ più freddo a livello di staff rispetto al ristorante italiano. Me la cavo discretamente anche questa volta, e la manager mi dice che mi richiamerà per farmi sapere l’orario di lavoro per la prossima settimana. Pensavo di aver portato a casa un altro lavoro, ma purtroppo quando chiamo per sapere il mio roster la manager mi dice che è veramente dispiaciuta ma fino a gennaio non ha bisogno di personale… Ma allora per quale strano motivo mi avrà fatto provare?!?! Non lo scoprirò mai penso… O magari era un modo più elegante per dirmi “hai fatto schifo, non ti vogliamo”… Non so! Ma in ogni caso un lavoro ce l’ho, posso già ritenermi soddisfatta!!
Dopo il lavoro si parte alla ricerca di una casa, è decisamente più conveniente affittare una camera piuttosto che continuare a stare in ostello! E anche questa volta ci va di lusso: troviamo una doppia al prezzo di 110 $ a testa per week, niente male! La cucina ad angolo è davvero spaziosa, altrettanto lo è il soggiorno con un divano, due poltrone e un televisore con lettore dvd, c’è altresì un terrazzino con un tavolo dove poter mangiare… It’s very nice! I nostri flatmates sono un ragazzo turco e una coppia di ragazzi brasiliani, sembrano essere molto carini e simpatici! E la cosa fondamentale è che in casa si parla solo inglese, good for me! La zona, Kangaroo Point, è vicina al centro della città e vicinissima alla riva del fiume… Insomma, non mi posso proprio lamentare!
Sono a Brisbane da ormai due settimane, ho trovato un mio equilibrio e posso dire di stare veramente bene: lavoricchio, leggo, guardo film, studio il mio grammar book, parlo coi miei coinquilini… Cerco di fare di tutto e di più per poter migliorare il mio inglese, anche se è davvero difficile! Ma non mi perdo d’animo, chi mi conosce sa che sono testarda… E quindi ce la devo fare!!!
L’ultima novità è che ieri sono riuscita a trovare un altro lavoro, almeno spero! Ho una prova fissata per venerdì in un caffè-ristorante. La manager sembrava molto carina e a mio parere, credo di aver fatto buona impressione… Ma ve lo saprò dire solo dopo venerdì! L’obiettivo è quello di trovare un altro lavoro perché solo con uno due-tre volte a settimana, bè, è difficile tirare avanti! Con due lavori invece potrei vivere tranquillamente e cercare di risparmiare qualcosa per i miei futuri spostamenti. Diciamo che questa è la mia idea: stare a Brisbane per uno o due mesi e appena ho un po’ di soldi da parte, ripartire per un’altra destinazione, per un’altra scoperta, per un’altra avventura! Sono qua anche per questo! Per il viaggio più entusiasmante della mia vita, e sono certa che lo sarà… L’inizio è stato senza dubbio un ottimo preludio!

martedì 2 dicembre 2008

PER UN PUGNO DI… CIPOLLE!

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Partiamo da Byron Bay alle 8.30 di mattina e arriviamo a Brisbane dopo tre ore e mezza di viaggio. Scopriamo all’arrivo che a Brisbane c’è il fuso orario di un’ora rispetto allo stato del New South Wales, quindi si tirano indietro le lancette di un’ora. Sono le 11 a.m. Decidiamo di fare un giro nella capitale del Queensland intanto che aspettiamo l’altro bus che ci porterà a Gatton. Brisbane è la terza città più grande dell’Australia dopo Sydney e Melbourne. Per quel poco che ho visto sembra essere una città abbastanza movimentata e piena di risorse, penso che avrò modo di scoprirlo, mi piacerebbe passarci un po’ di tempo.Arriviamo a Gatton, un paesino poco più grande di Crodo circondato da immense distese di verde. E’ comunque affascinante: questa è la vera Australia! Chiamiamo quello che inizialmente pensavamo essere il nostro datore di lavoro per farci venire a prendere. Ci si presenta innanzi un signore di età avanzata stile “nonno di Heidi”… E già qua iniziano le risate! Scopriamo che quel signore in realtà è colui che ci fornisce l’accomodation, successivamente ci verrà dato il numero di telefono del nostro contractor per poter lavorare i giorni successivi in fattoria.Arriviamo nella nostra fantastica reggia: caravan n. 39. Siamo in un caravan park pieno di asiatici che fanno questo lavoro da mesi e mesi e mesi (devo ancora capire come fanno, ma è un dettaglio!). La nostra roulotte è in uno stato civilmente abitabile diciamo, meno male che sia a me che a mia sorella non ci manca lo spirito di adattamento! Qua si prende tutto con filosofia, e iniziamo a fantasticare sulla nostra vita coniugale in un caravan sperdute nella Gatton City, che risate! In ogni caso c’è tutto il necessario per stare comode e avere la nostra privacy… come una villa in Sardegna!Chiamiamo il nostro datore di lavoro: domani alle 4.30 ci si trova davanti all’entrata del caravan park. Alle 4.30?!?!?!? Stica!!! Io sono abituata ad andare a dormire alle 4.30, non ad alzarmi per andare a lavorare!!! What kind of job? Cutting onion. What is it???? Lo scoprirete a breve!Stiamo cucinando una fantastica minestra, quando bussano alla nostra porta (se così si può chiamare, non so come definirla!) due ragazzi che capiamo essere francesi; ci chiedono se vogliamo andare a bere qualcosa da loro dopo cena. Of course! Martin e Max, questi i loro nomi, sono arrivati anche loro oggi, ma non sembrano molto convinti a voler lavorare in una farm… Perché sono qua allora?!?! Ma… Devo ancora capirlo ora!La sveglia suona puntuale alle 3.30. Colazione e via! Saliamo su un van insieme ad altri ragazzi (tutti asiatici tranne tre tedesche) e arriviamo a detinazione dopo 15 minuti. Un campo immenso di cipolle davanti ai nostri occhi: il lavoro consiste nello strappare la cipolla dalla terra e tagliare (cut) la parte superiore (non so il nome tecnico, dovrò chiedere a mia mamma!). Sembra facile e neanche troppo pesante… Sembra! La posizione non è certo delle migliori sia per la schiena, che per le gambe, ed è la stessa da mantenere per parecchie ore... Ma si, cosa vuoi che sia, due atlete come noi! Le cipolle vanno riposte in dei cassoni enormi (cosiddetti bin), non ne ho idea quanto possano contenere… un quintale credo tutto! Dopo nove ore di lavoro finalmente terminiamo il campo, riuscendo a riempire quattro bin. E sapete quanto viene pagato un cassone? 45 dollari australiani, vale a dire poco più di 20 €. In pratica abbiamo massacrato il nostro corpo per si e no 50 €, bè, non c’è male dai! Ovviamente sto scherzando! Ma l’abbiamo voluto noi no?!?!Ah, non vi ho detto che per completare in bellezza il primo giorno di lavoro, il trattore che spostava i bin ha schiacciato accidentalmente la mia borsa: occhiali e cellulare letteralmente distrutti. Sclero per i primi 10-15 minuti, ma poi, non so se mi sono drogata o cosa (saranno ancora gli odori che ho respirato a Nimbin?!?!), mi viene da ridere: ho guadagnato 90 dollari, non ho più un cellulare, non ho più gli occhiali e ho il corpo che è ridotto ad un mucchio di ossa che stanno collegate per miracolo… Non è una comica?!?! Meno male che rido va…Non vi dico come ci siamo alzate la mattina dopo… ed eravamo ancora convinte a voler lavorare! Ma quando è suonata la sveglia alle 3.30, sono riuscita giusto giusto a compiere il movimento con il pollice destro per spegnere l’allarme del cellulare. In ogni caso piove pure, e quindi con questo tempo non si lavora. Meno male! Dormiamo 13 ore filate, ci alziamo a fatica dal letto: forse l’unica parte del corpo che non ci fa male sono le palpebre! Ah no, anche la mascella! Allora sono due e vai!!!!!!Scopriamo durante la mattinata che abbiamo perso pure la sensibilità ad un piede: mantenendo sempre la stessa posizione per nove ore di seguito abbiamo il collo del piede completamente anestetizzato, non riusciamo a muoverlo, è impressionante!!! Che effetto!! Io il destro e mia sorella il sinistro, bè, almeno in due facciamo due gambe buone, o quasi!!! Che avventura!Passiamo il nostro day-off riposando, lavando biancheria, mangiando, andando a fare la spesa e all’internet cafè. Trascorriamo la serata insieme ai ragazzi francesi, c’è Martin che parla inglese un po’ come me (un english very crap!) e quindi mi diverto a parlare con lui, dato che siamo tutti e due nella stessa situazione è più stimolante fare pratica insieme! Ci sono anche altri ragazzi coreani e thailandesi: uno di questi, Jude, sembra uscito da un cartone animato giapponese, fa spaccare dalle risate!!!! Da avere le lacrime agli occhi vi giuro! Non vi dico poi quando abbiamo iniziato a fare lezioni di coreano, italiano e francese insieme, avevo male alla pancia dal ridere!!!Decidiamo di fare un secondo giorno a cutting onion, sempre con lo stesso risultato di quattro bin riempiti. Diciamo che il secondo giorno va un po’ meglio, anche se è sempre massacrante fare lo stesso movimento per 9-10 ore di seguito. Un’esperienza di vita che mi ha segnato parecchio: vi potrà sembrare la solita frase di rito, ma finchè non lo si prova non si immagina nemmeno lontanamente che c’è gente che li fa ancora certi lavori, e che magari lo fa per parecchi mesi (come i coreani qua nel caravan park), o per parecchi anni, o per tutta la vita, e non come me per 3 giorni… bè, non vengono i brividi anche a voi? E noi che ci lamentiamo per qualsiasi cazzata: “ho un lavoro di merda”, “non guadagno niente”, “mi sparo un’ora nel traffico prima di andare a lavoro”… Bè, è meglio guadagnare relativamente poco stando seduti comodi e puliti in ufficio, magari con l’aria condizionata e il caffè a metà mattina, oppure stare seduti per terra, col sole (australiano) che ti brucia sulle spalle e sulla testa, sentendoti sporco e sudato e con una bottiglia d’acqua che dopo mezz’ora non è più H2O ma sembra essere qualcos’altro??? Bè, vedete voi… Sono così contenta di aver provato quest’esperienza, ora capisco veramente il significato delle canzoni gospel che ho cantato per 10 anni, credo di capire, magari non fino in fondo, ma almeno in buona sostanza, ciò che sentivano dentro gli schiavi neri e la speranza che riponevano in Dio cantando “Good news, the chariot’s coming”, l’unica guida che potevano avere mentre lavoravano in un campo infinito, magari proprio di cipolle. Giustificatemi la parentesi.Ora non so quali saranno i programmi per le prossime settimane, qua si vive giorno per giorno, ed è questa la cosa più bella! Staremo qua a Gatton ancora per due giorni credo, dato che abbiamo pagato per una settimana. Poi decideremo se andare a Brisbane, o stare qua a ancora, o non lo so! Comunque sto davvero bene, sono felice di essere qua, sono felice. Ci sentiamo prossimamente! See you soon!

FROM SYDNEY TO BYRON BAY: ULTIMI GIORNI DI VACANZA…

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Dopo una settimana di scoperte e relax è ora di rimboccarsi le maniche... Obiettivo: cercare lavoro in una farm (fattoria). La cosa sembra apparentemente semplice, ma due giorni ininterrotti di ricerche su siti internet e di telefonate in qualsiasi parte dell’Australia non portano, aimè, a nessun risultato concreto. In ogni caso si avverte la voglia di cambiamento, soprattutto da parte di mia sorella che sta a Sydney da sette mesi e quindi decidiamo di partire ugualmente, anche senza un lavoro in mano. Destinazione Brisbane (Queensland), con uno stop intermedio a Byron Bay. Qui in Australia c’è la possibilità di comprare biglietti con validità temporale “t” per i bus cosiddetti hop-on hop-off: paghi una certa tariffa e in base a questa hai a disposizione un tot limitato o illimitato di fermate a tua scelta da compiere prima di arrivare alla destinazione finale. Il nostro biglietto ha validità di 3 mesi e ci permette di scegliere una fermata sola. Decidiamo così di optare per Byron Bay, cornice romantica della Gold Cost.
Trascorriamo 13 ore su un bus prima di giungere a Byron. Viaggiare ormai non è più un peso per me, ma, al contrario, l’attesa del piacere diventa essa stessa piacere. Ci sistemiamo nell’ostello Acquarius, molto più grande e pulito rispetto a quello di Bondi. La baia e la lingua di sabbia sono davvero incantevoli, si intravede in lontananza contro cielo un faro bianco, il sole è caldissimo e l’oceano è più tranquillo di quello di Bondi, ci regaliamo così un pomeriggio di sole, bagni e relax. Il paesino è molto piccolo e carino, pieno di negozietti e caffè. La sera purtroppo non ci entusiasma così tanto come le ore trascorse in precedenza: i pub ci sono, anche carini, ma peccato che l’età media si aggira intorno ai 15-18 anni… Come premio di consolazione ci regaliamo un dolce orgasmico (si può dire?!), dopodiché, per non sentirci troppo zie, andiamo dritte dritte a trovare Morfeo. Scelta azzeccata, dato che la notte prima in pullman non posso certo dire di aver dormito come un ghiro!! Anche questa giornata, aimè, non ci ha regalato notizie positive in ambito lavorativo. Ma… La speranza è l’ultima a morire, come si dice!
E infatti… Nuovo giorno, nuovo lavoro! Finalmente dopo innumerevoli chiamate, arriva quella tanto attesa: “Si, c’è lavoro! Venite pure quando volete, anche domani!”. Grazie ad un’inserzione su di un giornale troviamo lavoro in una farm di Gatton, nel Queensland, ad un’ora e mezza da Brisbane. Dove sarà mai questo posto sconosciuto al genere umano?? Ma!! Lo scopriremo a breve! In ogni caso pensiamo bene di trascorrere ancora un altro giorno a Byron, non possiamo di certo andarcene senza prima aver visitato Nimbin! Questo paesino è molto noto agli amanti degli anni ’60-’70 e della musica reggae… Si… Ma a chi lo voglio raccontare????!!!! Dopo una sostanziosa colazione aspettiamo il bus per Nimbin davanti all’ostello. Nel volantino del tour leggiamo che il bus si chiama “Happy coach”… Vi dico solo questo! In lontananza si intravede un bus scassatissimo tutto colorato che avanza con tanto di musica reggae a palla… Potrà mai essere il nostro??!?! Certo che si!!! Scende un tipo rasta con il sorriso stampato sulla bocca (capiremo dopo il perché!)… Sembrava quasi che inclusa nella vendita del bus ci fosse anche l’autista: una cosa unica e inseparabile! Il tipo è molto estroso e oserei dire “very crazy”, anche se il suo inglese australianissimo non mi permette di capire tutto, ma va bene ugualmente… Fa ridere solamente a guardarlo in faccia!!! Si prevede una giornata all’insegna delle risate!
Arriviamo a Nimbin dopo un’ora e mezza di curve e curvette, scendiamo dal bus con in tasca un consiglio del nostro guru: state attenti ai biscotti o alle torte che mangiate, potrebbero esserci ingredienti che la vostra mamma non usa abitualmente per fare dolci! Bene! Avrete capito tutti che razza di posto è questo! Sembra veramente di tornare indietro nel ’68, si vedono in giro certi personaggi! Il villaggio è formato in sostanza da un’unica strada piena di negozietti di souvenir, food shop e negozi dove vendono una miriade di erbe e prodotti officinali naturali (tanto per non essere troppo esplicita!). Non può mancare il museo del paese, che si rivela essere tutto fuorché un museo! Cianfrusaglie di ogni genere appese dappertutto, vecchi articoli di giornali a favore della liberalizzazione delle droghe leggere, mega striscioni con frasi sempre sullo stesso tema, c’è persino un quadro della Monnalisa con uno spinello in mano, fantastico! E nel contesto non potevano mancare certi personaggi che cercavano di venderti l’impossibile… Questa è Nimbin cari amici! Torniamo a Byron a goderci l’ultimo sole prima di partire la mattina seguente per la sconosciuta Gatton! Pronti, partenza, via!