domenica 11 gennaio 2009

SENSAZIONI SENSAZIONI FORTI!

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Credo che in Australia il tempo sia proporzionato alla velocità dei canguri… Non è tecnicamente possibile che siano già trascorsi due mesi da quando ho messo piede in questa profumata terra! Due mesi, vi rendete conto?! Io no!
Un post per trasmettere un po’ le mie sensazioni, le mie emozioni, anche se non è così semplice descriverle con parole comuni. Solamente chi ha vissuto in prima persona questa esperienza forse può capirmi fino in fondo.
Un senso di libertà che ti riempie il cuore, le vene e i polmoni quando respiri. La consapevolezza di poter fare quello che voglio, sono padrona di me stessa ora come non mai, nessuna influenza da parte di nessuno. La sensazione di avere tutto sotto controllo. Tornare a casa la sera dopo il lavoro, stanca, con le gambe doloranti e la mente pesante per cercare di capire tutto ciò che la gente ti chiede, ma felice e spensierata. Estasiata nel guardare ogni sera lo splendido dipinto delle luci dei grattacieli che si riflettono nel fiume e pensare “vi prego non svegliatemi, voglio continuare a sognare!”. Un senso di sicurezza interiore ed esteriore mai provato prima. Una città che non conosco, ma che mi sembra di conoscere da sempre. Una Laura che non ho mai conosciuto prima.
Un sentirsi a mio agio, un sentirsi a casa, come se avessi vissuto qua da sempre. La voglia di cambiare, di scoprire, di vedere, di non sapere il significato della parola “routine”. Tant’è che tra una settimana ho un volo che mi aspetta con destinazione Melbourne. Nuovi luoghi da scoprire, nuovi amici, nuova casa, nuovo lavoro. Si cambia tutto per l’ennesima volta, ma sento questa elettricità nelle vene che mi porta a stravolgere tutto, ancora e ancora. Certo, mi mancherà Brisbane: i miei flatmates, il lavoro, Romana e gli altri amici al ristorante. Ma non è comparabile alla curiosità di conoscere la persona che avrò accanto durante il volo o alla voglia di scoprire nuovi orizzonti e di innamorarmi di altri panorami. Vivere è rischiare!
E poi lui, meno di una settimana fa, un incontro magico che resterà sempre nel mio cuore e che mi farà ricordare Brisbane con un romantico sorriso. Capire che è possibile comunicare anche con lingue e culture differenti, con gli occhi e con il corpo, e rimanere intontita da questa magica atmosfera che respiri con lui e capire che stai esprimendo te stessa mille volte meglio di come hai fatto in passato, in italiano. Mi mancherà, mi mancherà la sua dolcezza e il suo riuscire a capirmi, ma ora è il destino a decidere per me e non voglio cambiare il suo corso. Come si dice, chi vivrà vedrà…
Certo, sarei bugiarda a dire che non mi manca niente della mia vecchia vita. Mi mancano innumerevoli pezzi di puzzle: i miei genitori, i miei parenti e miei splendidi cuginetti, poter giocare con loro e stringerli forte forte; il cibo italiano, la pasta al forno e gli gnocchi della mia mamma; i miei amici, uscire con loro, ridere fino ad avere le lacrime agli occhi, ubriacarmi di Braulio e cantare in macchina fino alle 6 di mattina; le serate al Troca e al Jazz; il caffè al bar; la palestra e le lezioni di step e di yoga… Potrei continuare per ore! Ma tutto ciò esiste davvero, è so che quando tornerò potrò ricomporre il mio puzzle ogni volta che voglio, ma ora non è ancora tempo, voglio ancora continuare a sognare. Vi prego non svegliatemi!

venerdì 2 gennaio 2009

ITALIAN RESTAURANT VS AUSTRALIAN RESTAURANT

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First round: on the red corner “Australian Restaurant”… On the blue corner “Italian Restaurant”… Who will be the winner? There’s no doubt… “Italian Restaurant”!!!
Ho deciso di scrivere un post dedito alle differenze che ho notato tra ristoranti italiani e ristoranti australiani, sia a livello di cibo che a livello di organizzazione lavorativa. Vi consiglio di proseguire nella lettura, credo sia molto interessante e divertente allo stesso tempo!
Lavorando diversi anni in Italia in ristoranti, alberghi, bar e disco-pub credo di aver maturato una certa esperienza nel campo, e posso affermare che tutti i locali italiani in cui ho lavorato avevano una gestione e un’organizzazione interna del lavoro molto rigorosa e ordinata ma allo stesso tempo molto elastica, con la possibilità di autogestione da parte del cameriere (in questo caso io!).
La principale e assurda differenza tra ristoranti italiani e ristoranti australiani è che in Italia qualsiasi ristorante o bar che sia degno del suo nome, ha la numerazione dei tavoli: per il cameriere risulta essere molto semplice e immediato rintracciare il tavolo al quale portare la portata. “Una margherita al nove!!” E… Tac… Subito la pizza verrà consegnata al nove. In Australia non funziona proprio così (almeno nei bar). Credo che ci sia alla base qualche esercizio di “brain training” per sviluppare le capacità intellettuali del cameriere: il cliente ordina il suo pranzo direttamente alla cassa, paga il suo conto e va a sedersi in un tavolo a suo piacimento. Fin qua niente di troppo strano. Ma ora arriva il “bello”: alla cassa verrà consegnato al cliente una specie di segnaposto con un numero che lui appoggerà sul tavolo ove si siederà. Quello sarà il numero del tavolo, in quel preciso momento, per quel preciso cliente. Quando è pronto il suo pranzo lo sventurato cameriere di turno dovrà girare mezz’ora per la sala (è fortunato se questa non sarà troppo grande) e trovare il numero al quale consegnare la portata… Assurdo non trovate?!?! Una perdita di tempo inconcepibile!!! Non è più comodo che ogni tavolo abbia un suo numero a prescindere dalla persona che si siede allo stesso???? Ma… Sarei quasi tentata a dare questo suggerimento!!! Per fortuna nel ristorante in cui lavoro questo non accade, ogni tavolo ha il suo numero, come in Italia! Ma ci sono molte cose che ancora non mi quadrano (parlando in riferimento al ristorante in cui lavoro)… E che trovo veramente inconcepibili!!
1- Durante il servizio, ai camerieri è concesso bere solamente soft drink (acqua, pepsi, limonata) nei bicchieri di plastica (non so cosa succeda se provassi ad usare un bicchiere di vetro! Ma…). Caffè e the sono a discrezione del boss. Succhi di frutta, the freddo, milk drinks are charged at full price!!!
2- Stessa cosa anche per il cibo… Il cameriere che durante la pausa o alla fine del servizio volesse pranzare (o cenare) deve pagare. Si avete capito bene! Ma “fortunatamente” ha il 50% di sconto sulle pizze, sulla pasta e sulle insalate. Per tutti gli altri tipi di portate ha il 20% di sconto. Vi rendete conto?!?! Se voglio mangiare, devo pagare!!! Mai vista in Italia una cosa del genere!!!
3- A livello organizzativo, i camerieri che prendono gli ordini hanno ognuno una propria sezione (dal tavolo X al tavolo Y). E fin tutto normalissimo. Ma cosa succede? Che non esiste un barman!! E quindi tutti i camerieri quando prendono gli ordini delle bevande si ritrovano appassionatamente dietro il bancone, ognuno a preparare le sue bevande per i propri tavoli… What a mess!!!
4- Argomento “orario di lavoro”. Solitamente i servizi per i runner come me, hanno i seguenti orari: pranzo dalle 12 alle 16 e cena dalle 18.30 fino a fine servizio. La cosa assurda e che mi fa terribilmente incazzare, è che raramente inizio veramente all’orario suddetto! Per esempio, ieri dovevo iniziare alle 12 e a mezzogiorno ero puntale, pronta a partire. Ma, alt!! Ho passato un’ora seduta al tavolo ad osservare come tengono la forchetta gli australiani e solo all’una ho iniziato a lavorare… Vi chiederete… perché?? Ebbene, perché il ristorante era semi-vuoto!!! Ma vi rendete conto?? Non è mica un mio problema se non c’è gente, se il mio orario è quello, dev’essere quello!!! E così mi è capitato molte altre volte… Di iniziare mezz’ora dopo o comunque non all’orario prestabilito… Ma… No comment…
5- Esiste una figura in cucina che non ho ben capito quale “nome tecnico” potrebbe avere… La sua mansione praticamente è quella di dire i nomi dei piatti ai camerieri come me che devono portare le portate ai tavoli… E basta!!! Si, forse qualche volta mette qualche guarnizione sui piatti o cose del genere… Ma niente di più! E penso che dopo una, due, tre volte una persona dotata di un minimo di intelligenza sa riconoscere una margherita da una capricciosa… Ma…
Al momento non mi vengono in mente altre assurdità… Ma credo che queste siano già abbastanza!! Ah, un’altra cosa che qua è assolutamente normale ed è frequentissima è chiedere un contenitore take-away quando non si finisce di mangiare la propria portata… In Italia se fai una cosa del genere vieni visto come un morto di fame, ma qua quasi tutti lo fanno! E sinceramente la trovo una cosa molto intelligente, in tal modo si evitano tanti sprechi inutili!!!
Anche i ritmi di lavoro sono molto, mooooolto più rilassati qua… A differenza dell’Italia, la gente seduta al tavolo non ti chiede incazzata di poter ordinare quando sta aspettando da dieci minuti… Ma aspetta, e aspetta, e aspetta, e aspetta. Pensate un po’ che due settimane fa ero a cena fuori con mia sorella in un ristorante e abbiamo aspettato un’ora (ma un’ora veramente!) prima che arrivassero le nostre pizze!! E ci saranno stati altri tre tavoli oltre al nostro…. Non voglio sapere cosa stavano facendo in cucina!!!
In ogni caso credo che quando si vive in un Paese che non è il tuo ti devi adattare alle regole ed ai comportamenti di questo… Quindi è inutile incazzarsi se mi fanno iniziare un’ora dopo o se non posso mangiare gratis una misera margherita… Queste sono le regole? Ok, that’s right! Credo sia bene e sicuramente costruttivo sapersi adattare a qualunque istituzione, regola o situazione ti si proponga innanzi. Quando tornerò a casa oltre al mio backpack, avrò un altro bagaglio, ben più importante e che non si potrà mai disfare… Un bagaglio culturale che mi accompagnerà per tutta la vita!