mercoledì 28 ottobre 2009

DEEP WATER POINT: THE TEARS OF THE MOON LIVE HERE.

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Non conosco assolutamente niente nel campo delle perle, non ho mai lavorato su una barca, non so se soffro il mal di mare oppure no, non so nemmeno in che cosa consiste in pratica il lavoro, solamente che è duro e faticoso e che non è proprio adatto alle ragazze, ma mi conosco… e adoro le sfide, soprattutto da quando sono qua in Australia! Forse proprio tutte queste cose messe insieme fanno crescere dentro di me una sfrenata curiosità e un avventuroso spirito di sfida… Ho deciso: voglio lavorare in una pearl farm!
Grazie all’aiuto dello chef del ristorante dove lavoro mi reco in tre uffici di tre differenti farm chiedendo se per caso hanno bisogno di manodopera. Forse il mio aspetto femminile, la mia altezza, il fatto che sono magra, non giocano troppo a mio favore… Ma il mio entusiasmo, quello invece si! Ricevo una mezza speranza da parte di una farm, devo richiamarli domani per avere una risposta certa o per si o per no. Fingers crossed!
Sono un po’ nervosa, speriamo che anche questa volta mi vada bene! Chiamo l’ufficio e la segretaria mi dice che ho ottenuto il lavoro e che ha già pronto il contratto da firmare… Wow! Non potevo desiderare altro! Solo un piccolo dettaglio: devo partire domani!!! What?! E così, dall’oggi al domani, o meglio ancora, dalla sera alla mattina, lascio i due lavori in città (un po’ a malincuore) e impacchetto tutta la mia roba al caravan park! Domani si parte per una nuova avventura!
Il posto dove ha sede la farm si chiama Deep Water Point e si trova a circa due ore e mezza da Broome. La strada non è asfaltata, al contrario è parecchio dissestata e la sabbia rossa solleva un grosso polverone dietro la 4WD che mi sta portando verso una nuova e indimenticabile esperienza. Durante il viaggio conosco alcuni ragazzi che lavorano lì da tempo, mi parlano un po’ del lavoro ed in effetti un po’ di preoccupazione inizia a salire… Ma in ogni caso sono tutti molto simpatici e cordiali, l’ambiente sembra familiare e fortunatamente mi sento subito a mio agio.
Siamo quasi arrivati a destinazione: mi giro a destra e vedo l’oceano, mi giro a sinistra e vedo l’oceano… Non sono ubriaca, giuro! Deep Water Point è situato su di una sottilissima lingua di terra dove si trova solamente la farm e niente più… La natura ha semplicemente creato un altro magico pezzo di paradiso. Rimango semplicemente stupefatta dalla bellezza di questo posto, davanti alla mia camera ho una spiaggia bianca sulla quale vivono due alberi di frangipani e un oceano Indiano di un colore limpidissimo. Cosa posso desiderare di più? Avevo proprio bisogno di questa pace e di questo contatto con la natura dopo due mesi di intense relazioni interpersonali. Io e la natura, io e me stessa.
Mi vengono date le prime dritte: la sveglia suonerà tutte le mattine per 10 giorni alle 5am, si inizia a lavorare alle 6am e si finisce alle 4pm. Cena alle 6pm. Dopo 10 giorni lavorativi si ritorna a Broome per 4 giorni off. Solitamente si lavora in tre sulla barca: una persona pulisce la corda dove sono legati i pannelli, dopodiché la stessa estrae il pannello dall’acqua e lo infila nella “cleaning machine”, le altre due persone devono pulire le conchiglie dalle “parti extra” che si formano sulla superficie della conchiglia e che sono dannose per la sua salute e quindi per la formazione della perla. Tutto mi suona abbastanza astratto e complicato, ma avrò presto modo di vedere con i miei occhi come funziona il tutto!
In effetti il lavoro si rivela abbastanza pesante, ovviamente non sono abituata e i primi giorni sono tremendamente faticosi. La mia schiena è dolorante (i pannelli sono abbastanza pesanti da sollevare), il mio corpo è umido e odora di pesce dieci ore al giorno, le mie dita sono gonfie e indolenzite. Ma ciò nonostante sono contenta, sono estremamente contenta, il lavoro mi piace e mi elettrizza, ogni giorno imparo cose nuove sulle perle, imparo nuovi tipi di nodi, imparo a gettare l’ancora e tutte le altre attività che caratterizzano il lavoro in barca. Il mio entusiasmo è alle stelle. Mi sento come un bambino in un parco giochi. E tutto ciò che mi circonda ripaga appieno la fatica del lavoro: mi guardo intorno e vedo delfini, tartarughe giganti, i più svariati tipi di pesce, a volte anche squali (ma non dite a mia mamma che ho fatto il bagno in pausa pranzo qualche volta!), spiagge paradisiache che sembrano troppo finte per essere vere e l’infinità dell’oceano che mi fa sentire libera come non mi ero mai sentita prima, capace di fare tutto quello che voglio. Sentire l’aria fresca sulla mia faccia e gli spruzzi d’acqua salata, passare la lingua sulle mie labbra e assaporare il gusto del mare, sentire il sole caldo sulla mia pelle, avere in pugno la mia vita e ringraziare Dio per essere così fortunata. Ecco cosa provavo tutti i santi giorni mentre ero sulla barca, un senso di gratitudine mai avvertito prima, un senso di libertà mai assaporato prima. E capire che volere è potere, e non c’è niente che possa fermare la mia instancabile voglia di vivere.
Le giornate trascorrono in un lampo. Ho anche avuto la fortuna di assistere alla “raccolta” delle perle. Solamente una volta all’anno alcune conchiglie vengono aperte per estrarre la perla in essa contenuta. Un’esperienza semplicemente indimenticabile, una delle esperienze più intense della mia vita.
E poi lui, Alex, un ragazzo dagli occhioni immensi e pieni di amore, un ragazzo forte ma forse troppo fragile e sensibile nel suo cuore, un ragazzo con un’adorabile innocenza ventenne, un ragazzo con i sogni di un ventenne, un ragazzo che più di ogni altra persona qua in Australia mi ha fatto capire che non esistono confini all’amore, non esiste differenza di lingua, non esiste distanza kilometrica, non esistono barriere quando si ama. Grazie Alex per avermi fatto capire tutto questo e per avermi dato quell’abbraccio, quel bacio, quel sorriso, quello sguardo che non mi ha mai fatto sentire sola e che mi faceva sentire la donna più felice del mondo. Era tutto così perfetto. E perdonami, cerca di perdonare la mia razionalità, e cerca di perdonare il mio comportamento e il fatto di non aver capito che ormai era troppo tardi, che ormai il tuo cuore era pieno di amore per me e purtroppo non potevo ricambiare appieno i tuoi sentimenti. Perdonami. L’ultima cosa che volevo era spezzare i tuoi sogni e le tue aspettative, l’ultima cosa che volevo era ferirti e vederti piangere… I sensi di colpa si dilagano in me mentre scrivo e le lacrime non smettono di scendere dai miei occhi. E’ stata una delle scelte più difficili della mia vita e forse non ho mai odiato così tanto me stessa per aver fatto soffrire così qualcuno. Resterai per sempre nel mio cuore come uno dei ricordi più belli e più dolci nella mia esperienza di vita chiamata Australia.
Dopo poco più di due mesi trascorsi in paradiso, decido di lasciare il lavoro. Una decisione davvero sofferta, amo il lavoro, amo questo posto, ma in ogni caso tra meno di due mesi tornerò a casa e vorrei viaggiare ancora un po’ prima di lasciare questa magica terra. Decido così di prenotare un tour per il parco nazionale del Kimberley. Non vedo l’ora si partire!!

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